Wednesday, July 7, 2010

All Bianchi Production Leaving Italy?!


A story in yesterday's Corriere della Sera, one of Italy's oldest and most reputable newspapers, reported that there is a risk that all Bianchi bike production will leave Italy, and that Bianchi would only be maintaining an adminstrative office function in Italy. The news report was refuted today by Bianchi indicating that production of high end bikes in Treviglio (BG) would continue.

Below is the article from Corriere della Sera:

La produzione nello storico stabilimento di Treviglio rischia lo stop

In fuga le biciclette dei campioni

La Bianchi di Coppi, Gimondi e Pantani verso Taiwan o Francia. Manifestazione dei lavoratori

TREVIGLIO (Bergamo) — Immaginate che la Ferrari traslochi in Germania; immaginate che gli americani si comperino la torre di Pisa. Ecco, fatte le debite proporzioni, alla Bianchi di Treviglio, storico marchio di biciclette, starebbe per accadere più o meno lo stesso: la fabbrica che ha accompagnato i trionfi di Fausto Coppi, Felice Gimondi e Marco Pantani ma che ha anche messo in sella milioni di italiani, potrebbe lasciare del tutto l’Italia, mantenendo in Lombardia solo il «quartier generale». L’ipotesi è paventata dai sindacati che proprio oggi davanti al municipio di Treviglio distribuiranno volantini per rendere noto a tutti che la fabbrica, secondo il loro punto di vista, è «in fase di smantellamento». Sotto i capannoni della Bianchi lavorano oggi ancora una sessantina di dipendenti, ma sono poca cosa rispetto alle 550 «tute blu» dei tempi d’oro; la crisi dell’azienda, d’altronde va avanti da anni in attesa di un perenne rilancio.

L’ultima speranza si era accesa quando a Treviglio era sbarcato il gruppo svedese Cyclo Europe. Anche pochi mesi fa i vertici avevano ribadito di voler mantenere nella sede storica tutto il reparto progettazione e la costruzione delle bici di alta gamma. «Ma da mesi non otteniamo più risposte — denuncia Simone Grisa, della Fiom di Bergamo— e le informazioni in nostro possesso ci dicono che sta per scadere l’affitto dei capannoni dove oggi si trova la Bianchi. Un segnale che si aggiunge ad altri di segno negativo: ormai la produzione si è ridotta qui a una settantina di bici al giorno, il grosso viene sfornato da stabilimenti che si trovano a Taiwan e in Francia. Il nostro timore è che proprio all’estero finisca anche quel che rimane oggi della Bianchi a Treviglio». Dall’azienda, interpellata in proposito, non sono arrivate ieri risposte. Ma per scacciare timori e fugare eventuali incertezze ecco dunque la manifestazioni di oggi davanti al municipio. L’eventuale «fuga» della gloriosa azienda meccanica all’estero non equivarrebbe alla scomparsa — seppur dolorosa — di altre aziende: qui verrebbe meno non solo un valore economico, ma un pezzo di storia e del costume italiani. Dietro il marchio bergamasco ci sono 125 anni di attività industriale e di gloria sportiva.

Un ricordo su tutti, entrato nell’immaginario collettivo è l’incipit della radiocronaca con cui Mario Ferretti cominciò il racconto dell’epica impresa di Fausto Coppi al Giro d’Italia del ’53: «Un uomo solo al comando, la sua maglia è bianco-azzurra, il suo nome è Fausto Coppi...». Ecco, su quella maglia biancoazzurra campeggiava la scritta «Bianchi». L’azienda bergamasca aveva infatti abbinato il suo nome a quello del Campionissimo, in opposizione ai rivali della « Legnano » con cui correva invece Gino Bartali. Con un salto in avanti di oltre 10 anni si arriva al 1965 quando le strade della Grand Boucle vedono il trionfo di un giovane bergamasco, Felice Gimondi, in sella a una bici targata Bianchi. E sempre da Treviglio arriva il tecnologico «cavallo d’acciaio» che portò nel ’98 Marco Pantani con la maglia gialla sulle spalle fino a Parigi. Ultimo italiano a vincere il Tour de France. Ricordi ormai sfioriti: «Al Giro d’Italia di quest’anno — commenta amaro Grisa — la Bianchi non era nemmeno al via. Anche questo non è un bel segno».

Photo: Felice Gimondi

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2 comments:

  1. I think you should point out that they only speak about the RISK of a stop. It´s nothing definite yet/
    Michele

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